ABNORMAL CYCLES – OCEAN BLU
ABNORMAL CYCLES
OCEAN BLU
Presentata a Verona al MBE la moto ha riscosso molto successo ed è reduce in questo periodo dalla trasferta a Sturgis , richiesta dal famoso fotografo Michael Lichter per la sua annuale mostra delle più interessanti realizzazioni che si solge in occasione del mitico raduno Americano.
“OCEAN BLUE” by ABNORMAL CYCLES
Varcare la soglia dell’officina “Abnormal Cycles” equivale come per un bambino di sette anni quello di trovarsi catapultato nel magico mondo del “Signore degli Anelli” in compagnia degli Hobbit nel regno di Gondor.
Conosco Samuele Reali da una quindicina di anni, la sua storia professionale è appassionante e ha dell’incredibile, non è stata sempre rose e fiori, specie i primi anni di attività sono stati molto duri e ci è voluta molta determinazione e coraggio per non mollare.
La storia di questa moto parte da una gita a Mannehim in occasione del “Veterama”, uno tra i più importanti mercatini di pezzi usati, dove Samu s’imbatte nel motore NSU, restando affascinato dall’albero a camme in testa – particolarità per le moto da corsa degli anni trenta – e per la coppia conica a vista. Meccanica difficile, sconosciuta al preparatore di Bernareggio, il monoblocco resta in un angolo dell’officina per diversi anni, finché un giorno decide che è arrivato il momento di dargli nuova vita.
In un primo momento si pensa di realizzare una special da corsa con carenatura, ma chi conosce Abnormal Cycles sa tutto lo studio che ruota attorno a un nuovo progetto per non cadere nella banalità, a maggior ragione questo, che utilizza un motore inedito, acqua fresca per Samuele e come tale ci si butta anima e corpo in una ricerca studiando in rete e negli archivi a disposizione.
Nel 1930 in America il filone board tracking stava esaurendosi a seguito della grande depressione, moto di concezione estremamente spartane: un motore bicilindrico da 1000 cc , freni inesistenti, ruote strette e telaio minimale con una seduta da bici. Il resto era affidato al coraggio dei piloti che rendevano spettacolari queste competizioni.
Al contrario in quegli anni in Inghilterra nasce il Grass Track, gare su circuiti ovali in erba con moto molto simili, questa filosofia presto approda anche in America dove il Board Track è in declino e dando vita al Dirt Track, meglio noto da noi come Speedway. Le prime moto a gareggiarvi furono la Crocker e le Harley-Davidson C.A.C.
Dopo una full immersion nei trattati dell’epoca il nostro Samu ormai c’è dentro con tutte le scarpe come si suol dire, la scintilla è scattata il nuovo progetto sarà una moto da Speedway attorno al grosso monocilindrico acquistato a Mannehim. Si parte realizzando la dima per costruire il telaio, completamente in acciaio molibdeno che a parità di diametro rispetto a uno convenzionale, può utilizzare uno spessore dei tubi inferiore abbattendone drasticamente il suo peso. Il telaio in questo modo peserà solo otto chilogrammi mentre tutta la moto arriva a stento ai novantasei.
Lo stesso materiale è utilizzato anche per la particolare forcella che prende spunto dalle Crocker dell’epoca, si tratta di una forcella semi ammortizzata che ha un’escursione di 3 cm. assolvendo in maniera egregia alla sua funzione. Sulla ciclistica troviamo dei cerchi Jonich con delle gomme tassellate da 23 e 19”.
Abnormal realizza in casa tutto, dal parafango posteriore, al serbatoio della benzina al contenitore in metallo del filtro aria che da respiro a un carburatore Amal dell’epoca, la cui particolarità o croce è che deve essere regolato alla perfezione se si vuol accendere il motore. Sempre hand made la realizzazione dei supporti in alluminio del cambio. Tutta l’accessoristica è scovata nei vari mercatini di pezzi usati, mentre il manubrio a balestra è un marchio di fabbrica di Abnormal Cycles.
Le sorprese non finiscono, il motore, venduto per perfetto, tanto perfetto non era, una volta aperto si costata che bisogna metterci mano in maniera decisa e ci si affida a Simone di Rat Bike, uno tra i migliori specialisti del genere, che prende sotto la sua ala protettrice Samuele e lo guida nel restauro e messa a nuovo del grosso monocilindrico, che viene messo a punto su un banco prova “fatto in casa” che permette un collaudo alla perfezione prime di essere montato sul telaio.
Sella realizzata da Wild Hog su disegno di Abnormal mentre per la verniciatura e la filettura a mano libera se n’è occupata Arianna Crippa di Lake Design, un Blue Oceano pastello da cui prende il nome la moto.
Presentata a Verona al MBE la moto ha riscosso molto successo ed è reduce in questo periodo dalla trasferta a Sturgis , richiesta dal famoso fotografo Michael Lichter per la sua annuale mostra delle più interessanti realizzazioni che si solge in occasione del mitico raduno Americano.
Testo e foto: Corrado RdT