MOTOR BIKE EXPO 2022

MOTOR BIKE EXPO 2022

MBE 2022 pur con qualche defezione alla fine si è dimostrata la manifestazione regina per quanto riguarda il settore custom e quello motociclistico in generale.

MOTOR BIKE EXPO 2022 – 13/16 gennaio 2022 Verona Fiere

Dopo i vari rinvii del 2021 che portarono all’insolita edizione di fine giugno con la formula Special Edition, MBE torna nel suo classico format invernale di metà gennaio, anche se per dirla tutta nelle ultime settimane si è temuto per un possibile annullamento dovuto al preoccupante peggioramento della situazione sanitaria nel nostro paese.

Non deve essere stato per niente facile per gli organizzatori gestire questo tipo di situazione, incerta fino all’ultimo, dove all’assenza di qualche espositore straniero si aggiungevano i forfeit dell’ultima ora dovuti al contagio di Covid 19 di alcuni di essi.

Comunque alla fine ci siamo, giovedì puntuali come sempre siamo davanti alle biglietterie con la voglia di scoprire questa nuova edizione della fiera. La novità più importante ce la riserva il padiglione 1, dove va in scena il Custom District, un’area tematica dedicata alla cultura custom con la presenza di artisti, officine specializzate, Car Club e personalità della scena internazionale. Il Custom District è un vero e proprio percorso spazio-temporale nell’universo dell’arte e della cultura custom, nato tra la collaborazione di Paola Somma e Francesco Agnoletto con Fabrizio Croce, organizzatore di un altro importante evento quale Ethernal City a Roma.

L’atmosfera del District è davvero coinvolgente e fa da traino a tutto MBE, molti i preparatori presenti e gli artisti in scena, notevole anche la rappresentanza di importanti Car Club: Rumblers Milano, ’50 Brother Caorle e il Portoricano Roma, con un parco auto incredibile. Sempre nel District troviamo l’artista americano dell’Iowa Darren McKeag, Ray Drea ex designer di Harley- Davidson Milwaukee, il nostro Ettore “Captain Blaster, Arianna di Aryk Old Paint e Salvatore Cosentino.  

In particolare entrando in fiera ci ha colpito l’immenso telone rosso all’esterno del padiglione 1, dove un intabarrato painter è alle prese con un sollevatore idraulico e diversi scatoloni di bombolette di vernice spray, non capiamo chi sia e cosa stia facendo, solo dopo qualche ora la situazione si chiarisce quando intuiamo che quello strano personaggio altro non è che il grande Mario Leuci alias “750ml” e sta realizzando live on stage, un gigantesco ritratto del compianto Arlen Ness, che si protrarrà per tutta la durata della manifestazione. Chi ha avuto la fortuna di poter ammirare Mario nella realizzazione di questa opera è rimasto letteralmente a bocca aperta.

Nel padiglione 2 tra le altre cose il Bike Show della rivista LowRide, bisogna ammettere che non era affollato come solito forse perché molti customizer avevano optato per tenere le ultime realizzazioni nei propri stand.

Nel centro del padiglione troneggia lo stand di Gallery Motorcycles restiamo colpiti dall’ultima special del preparatore bresciano, la “Modesto” un H-D con motore WLA del 46 con un’infinità di parti realizzate home made e degli inediti cerchi realizzati da Jonich in cui la pinza freno è all’interno del mozzo tra i raggi della stessa. Vincitrice della Top Twenty di LowRide si guadagna un riconoscimento anche nel Magazine Award, che quest’anno per la prima volta era aperto anche alle riviste Italiane.

Non lontano lo stand di Carlo “Sangue” Colombo di Asso Special Bike, con 5 special inedite, bagger e supersportive, che sono nel DNA di fabbrica della ASB, impressionante davvero la bagger con sovralimentazione turbo, ruota anteriore da 32’ e una special con motore Rev Tech da 1800 cc, telaio in carbonio, cerchi Pedrali con ruota da 20’ da 200 posteriore e da 23’ anteriore, tutta la parte frenante e accessoristica comandi Rebuffini Cycles. Carlo per la verniciatura si avvale di MS Artrix e non poteva essere diversamente quando si vuole avere il massimo risultato.

Un po’ defilato Lorenzo Nisi di Bad Boys Garage presenta la sua ultima realizzazione, un inedito Road Glide in perfetto Club Style, che si aggiudica anche il suddetto contest organizzato da King Bado, imponendosi come Best Club Style anche in quello di  LowRide  Impressionante la parte ciclistica e la potenza del propulsore, rivisto e pompato. Una special che già da ferma sulla pedana dello stand fa intuire che sia una moto da prendere con le pinze.

Con piacere troviamo la crew di Duecilindri Blog impegnati a promuovere il loro Sporty Meeting (prendete nota 26 giugno Grazzano Visconti), con loro Tony Manetta che promuove il suo libro, “Una vita a manetta”. Venerdì poi c’è stata la presentazione ufficiale   nel loro stand della GP16, l’ultima special di Damiano Caputo realizzata a quattro mani con Mirko Perugini di Gallery Motorcycles. La base è uno sportster, di cui c’è rimasto ben poco, un motore performante e ultra vitaminizzato, una linea da sportiva pura e una ciclistica di prim’ordine con l’ambizione per Damiano di partecipare alla gara nell’isola di Man come rookie.  

Domenica pomeriggio sul palco centrale si sono svolte le premiazioni del bike show della rivista LowRide, la top twenty se l’aggiudica come abbiamo scritto la Modesto di Gallery Motorcycles, ottimi piazzamenti anche per il tri glide di Boccin Custom Cycle, che racchiude una storia bellissima d’amicizia pura per una persona colpita da un improvviso e grave problema di salute e l’impegno di Lorenzo e Donatella per rimetterlo in sella a correre con la sua moto.

PDF ci mette sempre lo zampino e una/due moto le manda sempre in classifica, sempre rigorosamente legato all’old school più radicale.

Continua la saga delle belle special di Niko Bikes con un chopperino, la Polimar, veramente deliziosa, con diverse parti realizzate in officina, verniciatura Dox Art Factory.  

Marco Cassiolari di Lari Motori si gongola con la sua Trinity, molto molto bella, una tribute bike in onore della Jaguar E Type, quella di Diabolik tanto per capirci. Motore Triumph del 1973 da 750 cc, cambio a mano, telaio e forcella home made, 2 carburatori Jaguar SU, sella Luca Ronzoni e accessoristica Kustom Tech.  Bravo Marco.

Asso Special Bike va in classifica con una special da paura e RC Custom-Hzrd con un chopper molto aggressivo in stile West Coast Chopper su base H-D Breakuot, un progetto inusuale per Matteo Fustinoni da sempre amante dell’Old School più tradizionale ma che dimostra di saperci fare anche con un genere a lui meno congeniale.

ACM di Alessandro Calestani presenta la sua ultima special, è la sua moto personale, un’Ironhead 1000, rivisto e curato in maniera maniacale, telaio auto costruito, un cambio di una Triumph, verniciatura di Massimo Palmieri Flash One, sella king and queen dello specialista Luca Ronzoni e un’infinità di dettagli incredibili. Meritava sicuramente una menzione nelle Best , il terzo posto nella Top Twenty gli va un po’ stretto.

Customcreation, Danilo Biello porta al District 3 BMW molto curate e stilose, con una in particolare si aggiudica un premio nel Magazine Award.  

Vincitori di categoria, le Best of, sono state:

Club Style; come detto Bad Boys Garage con il Road Glide

ScramblerMC Cycles con una H-D Sportster “Endurance” gli mancano le tassellate ma scarico alto ed una verniciatura sgargiante, gli valgono il titolo di best.  

Cafe RacerAmerican Dream con una Buell  con una livrea pazzesca frutto della Dox Art Factory e una valanga di pezzi home made.

Best Modified; un’inedita, per un bike show, BMW R18 di Leonardo Ceccanti, il Vikingo, di Aurelia Motorrad magistralmente verniciata da Gian Franco Filippini di Kustom Drink Paint.

Chopper; uno spettacolare digger in stile anni 70 con motore Knucle catapultato direttamente dagli anni 70 ai giorni nostri

Best Bagger: un’imponente H-D Road King del 2017 di ultima generazione è la base di partenza per questa realizzazione, molte le chicche su questa moto con molti particolari home made, vedi la ruota anteriore, pinze freni, disco perimetrale tra le altre, disegnata e progettata direttamente da Devil’s Garage, verniciatura by Zorza Design.

Free Style: un full custom radicale con telaio Arlen Ness, uno degli ultimi 5 costruiti e molti accessori sempre di Ness, gruppo termico 1700 cc commercializzato da Speed & Science, doppio carburatore S&S Super E, primaria scoperta Baker da 3”, cerchi in lega stile Invaders prodotti ora da Sled Led da 23” costruiti appositamente per questa special. L’incredibile forcella è di Ken Nagai di Ken’s Factory con geometrie e dettagli fatti su precise specifiche di Meccanicamente di Piffio & Marco Galloni. La carrozzeria è stata realizzata da Luca “ il Grezzo” Lamperti. La verniciatura ad opera di Dox Art Factory frutta a “Greta” questo il nome della special, anche il premio Best Paint.

Digital Contest: categoria introdotta per il contest virtuale che si era svolto quest’autunno tramite i social che ha visto la vittoria della H-D in stile chicano di Bertolini Motorcycles.  

Sporty Award: il premio speciale messo in palio dal Duecilindri blog riservato alle sportster se lo aggiudica RC Roll’n’Chop di Roberto Caputo, che in poco tempo sta ritagliandosi un posto di tutto riguardo tra le nuove realtà più promettenti. Verniciatura molto bella realizzata dalla Dox Art Factory. Premiata anche nelle Top Twenty.

Bobber: se lo aggiudica lo splendido “ chopperino” con motore Panhead del 1948, forcella springer e cambio a mano realizzato da Low Society di Pescara  magistralmente verniciata con un incredibile  two tone in verde da Cisko Airbrush Aloisi.

Best of Show: un’incredibile special che arriva dalla Svizzera, quella di Stephan Grand di T4 Motor- Cycles motore pan shovel per la Ice Race con gomme chiodate. Sbanca tutto, Best of Show, dream machine Germany 2022 nei Magazine Award e King of Custom del MBE Award. E’ lei la regina assoluta di MBE 2022.

Dei grandi dealer di accessoristica e parti speciali presente solo Zodiac, case ufficiali BMW, Royal Enfield,Yamaha, Italjet, Brixton, Motron Motorcycles e Benda Motorcycles.

Tante emozioni nelle aree esterne con la Jeep Experience che ha visto le iconiche 4×4 messe alla prova tra ostacoli e pendenze mozzafiato, oltre ai numerosi test drive dedicati ai visitatori. Red Bull ha allestito un vero villaggio del motociclista con attività e contenuti musicali; la Federmoto ha ospitato le attività dedicate ai più piccoli con la Scuola federale di minimoto e la Lucchinelli Experience che pone il proprio focus sulla formazione della guida al femminile.

Altra iniziativa in collaborazione con FMI è stata la pista di urban enduro che ha ospitato, tra l’entusiasmo del pubblico “Una giornata con il tuo pilota” che ha dato la possibilità agli appassionati di guidare affianco delle leggende del fuoristrada, disponibili a dispensare consigli per migliorare la tecnica di guida dei partecipanti.

Ospiti eccezionali il pilota Franco Picco veterano della Parigi Dakar da cui era appena rientrato, il pilota del campionato mondiale WorldSBK Andrea Locatelli e Toni Bou, il fuoriclasse spagnolo 30 volte Campione del mondo di Trial – Campione iridato poche settimane fa al Trial delle Nazioni 2021 che si è esibito con spettacoli sfidando la forza di gravità.

Sofferta, fortemente voluta dagli organizzatori che alla fine avranno tirato un grande sospiro di sollievo, MBE 2022 pur con qualche defezione alla fine si è dimostrata la manifestazione regina per quanto riguarda il settore custom e quello motociclistico in generale. Siamo sicuri che se non ci fosse stato il problema legato alla pandemia MBE avrebbe battuto un altro record. Ma quello che non è stato possibile oggi, lo sarà domani e noi aspettiamo con impazienza l’edizione 2023, già in programma per la terza settimana di gennaio.

Testo e foto. Corrado Rombo di Tuono.  

Re Nero

Your Special Bike
Re Nero

Walter fin da piccolo subisce un’attrazione molto forte per le due ruote, il padre lo portava spesso in moto, una Guzzi California e una Kawasaki Zeta 450 e naturale che arrivati i fatidici 14 anni anche Walter sognasse un motorino tutto suo, le prime uscite e il senso di libertà che come un po’ per tutti noi, questo rappresentasse.

Conosciamo Walter in un tardo pomeriggio di piena estate un po’ atipico, il cielo nero e un acquazzone improvviso non lo fermano. All’appuntamento arriva fradicio dopo 30 km in autostrada ma la sua maggior preoccupazione è per la moto appena lucidata per il set fotografico. La sua moto è una potentissima Night Rod nera come la notte che Walter affida alle cure di Black Bull Racing, una nuova realtà che da poco ha aperto i battenti a Brescia, il feeling tra Walter e Wilmer di BBR è subito molto forte, il titolare di Black Bull Racing ama in maniera particolare le moto performanti e cattive, ne possiede anche lui un paio di V-Rod che ha modificato in stile racer, quindi non ha avuto esitazioni a esaudire ogni desiderio del suo nuovo cliente.

Walter fin da piccolo subisce un’attrazione molto forte per le due ruote, il padre lo portava spesso in moto, una Guzzi California e una Kawasaki Zeta 450 e naturale che arrivati i fatidici 14 anni anche Walter sognasse un motorino tutto suo, le prime uscite e il senso di libertà che come un po’ per tutti noi, questo rappresentasse. Dopo le prime esperienze passa alle competizioni con una Ducati, per poi avvicinarsi al mondo Harley e ai primi raduni in sella ad un Night Train 1340. Lo stile che ama è quello dei custom estremi e dei bobber, che ritroviamo con tutti i distinguo del caso sul suo Night Rod.
Nei dettagli, l’officina BBR ha lavorato molto, per creare una sospensione anteriore fuori dagli schemi, che ha richiesto innumerevoli prove e test su strada. Lo stesso Wilmer racconta di come non sia stato affatto semplice trovare la giusta combinazione e messa a punto. Tutto l’avantreno è stato rivisto da BBR, dalla realizzazione di nuove boccole per la springer all’alloggiamento dell’enorme gomma da 180. Riser e manubrio sono stati sostituiti, così come l’Air Box, che nella gamma V e Night Rod non è altro che il finto serbatoio benzina. Il faro anteriore non andate a cercarlo nei più famosi cataloghi di prodotti after market perché si tratta del faro di un trattore Ford del 1950.
Il motore per una precisa scelta non è stato toccato, potenza ce n’è a sufficienza, allo scarico di serie si preferisce uno della MCJ, mentre il parafango posteriore è tutta opera di BBR, che adotta anche una sospensione posteriore ad assetto variabile. La dislocazione della strumentazione è stata rivista e si sono utilizzati fari e frecce a led.
Il risultato è una moto aggressiva e potente, certo guidarla ci vuole una certa esperienza e padronanza, un po’ come portare al parco una pantera al guinzaglio, ma Walter è contento della sua scelta e si trova perfettamente a proprio agio in sella al suo “incazzatissimo” Re Nero.

NOS 002 by NOS MOTORCYCLES

NOS 002 by NOS MOTORCYCLES

Il budget per realizzare questa “special” è a livello umano e alla portata di molti, come vuole la filosofia di Nos Motorcycles, che in questo caso ha avuto anche la classica “ carta bianca” nella realizzazione di questo progetto.

NOS 002 è il secondo progetto radicale dell’officina bergamasca NOS MOTORCYCLES che impegna Tonino e il suo staff per quattro mesi di lavorazione, in cui si cerca di realizzare una moto senza tanti fronzoli, usabilissima su strada e, cosa da non sottovalutare, la soddisfazione personale per il proprietario di avere una “special” che non passa certo inosservata quando è posteggiata tra mille moto nel parcheggio di qualche motoraduno.
Molti elementi sono stock; il motore H-D 1340 evolution e la trasmissione, mentre il telaio Penz è quello utilizzato da Headbanger in cui il motore Harley trova una sua naturale sistemazione. I pistoni sono rimasti stock mentre le camme sono state rimpiazzate dalle più performanti Andrews, per placare la sete dell’Evo ci si è affidati a un carburatore Mikuni 42 che è supportato da un bel filtro Rought Crafts che Nos Motorcycles ha lievemente modificato. Un classico gli scarichi drag pipes che Nos Motorcycles ha realizzato in casa.

La parte ciclistica è quella che a colpo d’occhio si fa notare non poco, le imponenti gomme tassellate su cerchi da 17” da alla moto uno stile particolare e aggressivo, le sospensioni sono stock, regolabili in abbassamento sul posteriore. Cerchi lenticolari H-D del Fat Boy mentre l’impianto frenante adotta componenti Rebuffini, RST su dischi Breaking.
Anche il serbatoio della benzina proviene da un Fat Boy mentre quello dell’olio è un Paughco, la verniciatura è realizzata da Nos Motorcycles, anzi a dire il vero il termine giusto utilizzato da Tonino per definirla è “ rovinata”. I parafanghi sono hand made, così come lo è la sella e parte degli accessori montati su questa moto, tra cui si fanno notare le insolite pedane artigliate.

Il budget per realizzare questa “special” è a livello umano e alla portata di molti, come vuole la filosofia di Nos Motorcycles, che in questo caso ha avuto anche la classica “ carta bianca” nella realizzazione di questo progetto.
Questo è solo l’antipasto che Nos Motorcycles ha voluto mostrarci, da sotto un telo in un angolo dell’officina abbiamo sbirciato qualcosa di veramente notevole che spero di avere modo di presentare appena sarà terminata.
NOS MOTORCYCLES si trova in via Crema 19 a Zanica (BG)

LA VELOCE BY HAZARD MOTORCYCLES

“LA VELOCE” BY HAZARD MOTORCYCLES

La costruzione della Veloce ha impegnato la Hazard Motorcycles per 6 mesi, una dedica particolare Matteo la vuole fare a Randy Smith, ispiratore del progetto, Arlen Ness il suo grande mito e a Burt Munro che con la sua Indian diede vita ad una storia fantastica.

Relativamente giovane HAZARD MOTORCYCLES apre i battenti a fine 2016, il suo fondatore invece , MATTEO FUSTINONI, anche se lo vuol far credere non è un novizio di primo pelo, la sua militanza nel settore è lunga, fatta di anni di esperienza sul campo che lo ha portato a lavorare presso importanti officine passando anche per il reparto tecnico denominato “Nostalgia” della Numero Uno riservato a modelli H-D con motorizzazioni pre Evolution.
Da sempre profondo conoscitore ed esperto di motori H-D d’epoca, la sua gavetta parte nel lontano 1994 nel pieno del filone Harley-Davidson Italiano. Dopo varie parentesi e collaborazioni lavorative, tra cui ricordiamo quella con Donato Nicoletti con cui fondò OSM ( Old School Motorcycles), Matteo sente il bisogno di una creatura tutta sua in cui dare sfogo alla passione per i motori.
Oggi presentiamo il primo progetto importante di Hazard Motorcycles, La Veloce, la cui uscita in anteprima ufficiale al Motor Bike Expo di quest’anno ha raccolto un coro unanime di consensi aggiudicandosi la categoria Free Style nel LowRide Contest e mettendosi in evidenza anche negli altri bike show in scena a MBE.
Abbiamo incontrato Matteo nella sua officina e ci ha raccontato qualcosa su questa incredibile realizzazione. Il progetto nasce intorno ad un motore Magnum per opera di Randy Smith che negli anni 60 fuse un Flathead e un Ironhead per correre a Bonnevile, tale moto è tutt’oggi esposta all’Harley-Davidson Museum, “Mi sono innamorato di una fotografia che capeggiava sulla parete dell’officina in cui sono arrivato nel 94, un tipo con la barba – Randy Smith – aveva in braccio un motore che era una fusione tra un Flat e un’Iron. Dopo venticinque anni e grazie anche alla collaborazione con Alberto, il mio braccio destro in Hazard, sono riuscito a realizzare questo progetto, incastonando questo motore in un telaio e realizzarne una special”.

Il motore è stato rifatto completamente grazie anche alla collaborazione con Rat Bike Service, che ha rivisto albero motore e cammes. La trasmissione invece è qualcosa di esclusivo perché al posto della classica del Flathead a tre marce è stata utilizzata una commercializzata dalla W&W a quattro marce e grazie all’amico Samuel, che realizza pezzi per i WL, è riuscito a creare un pre selettore, che a differenza di quello del WL dove il selettore resta lì fermo, con questo sistema ritorna indietro comportandosi come un normale cambio moderno.
Grazie al supporto tecnico di un altro grande appassionato del genere Old Style, Graziano Cabona, che ha progettato e realizzato i castelletti dei bilanceri adattandoli al motore Ironhead e la cinematica dei movimenti delle valvole, realizzando anche la cover tra selettore del cambio e la primaria scoperta.
Carburatore S&S Super B, con un filtro aria home made che riprende quello dell’Indian nell’epico film “Indian la grande sfida”.
In sostanza la “Veloce” è al 90% tutta hand made, pochissime le parti acquistate. Partendo dal telaio rigido, il manubrio, i comandi, gli scarichi tutto è realizzato in casa.
La forcella anteriore è una replica di quella di una Moto Guzzi da gara degli anni 30 che è stata realizzata da un artigiano emiliano specializzato in Moto Guzzi da corsa degli anni 30/50. In particolare questo modello è un 4W che si differenzia dalle tradizionali perché ha tre molle anziché una sola e veniva utilizzate nelle gare.
La parte ciclistica vede una ruota da 23” su cerchio Bob Cycles Supply, per realizzare la gomma dice Matteo “abbiamo letteralmente rischiato la morte mettendo la ruota sul tornio in officina e raspando a mano la tassellatura prendendo spunto da quanto fece Burt Munro, l’eroe del film “Indian la grande sfida” interpretato da Antony Hopkins.

Per la ruota posteriore è stato utilizzato un normale cerchio da 18” H-D ma in futuro si prevede di montare una slick, l’intenzione di Matteo sarebbe quella di portarla a Bonneville nel 2020 quando verrà ultimato un altro importante progetto che bolle in pentola. Freno a disco sul posteriore e niente sulla ruota anteriore.
Scarichi come detto sono fatti a mano del tipo “drag pipe racing”, gli unici che si addicevano al modello di moto. La sella è una replica degli anni 20/30 che aveva la seduta in legno, una Mesinger Racer Seat della W&W.
Sulla carrozzeria possiamo dire che coda e puntale sono stati realizzati da Metal Bike su disegno di Hazard, la coda in particolare riprende quello della Smoothness del grande preparatore statunitense Arlen Ness, da poco scomparso che ha influenzato più mezzo secolo di storia della customizzazione. Il serbatoio di Custom Garage è stato modificato, sono due gusci separati dalla trave del telaio, nel destro troviamo il carburante mentre il sinistro funge da serbatoio dell’olio.
La verniciatura è molto particolare con una percentuale del 77% di acciaio inox ed è stata realizzata da Andrea Kimera. Tutte le viti a vista sono state coperte con dei proiettili della 45 Magnum, mentre le tubazioni in ottone sono state realizzate hand made da Matteo così come tutti i comandi a pedale realizzati sul tornio.
Il faro posteriore è di una Bugatti scovato nello swap meet di Manheimm, mentre quello anteriore è un faro Marshall, che tra l’altro è andato in frantumi cadendo alla viglia del Motor Bike Expo ed è stato miracolosamente rimpiazzato da un altro uguale trovato presso un rigattiere a Como. Altra chicca è il preziosissimo contagiri Jaeger reverso montato su una Jaguar che siamo riusciti a far funzionare con il magneto della moto.
La costruzione della Veloce ha impegnato la Hazard Motorcycles per 6 mesi, una dedica particolare Matteo la vuole fare a Randy Smith, ispiratore del progetto, Arlen Ness il suo grande mito e a Burt Munro che con la sua Indian diede vita ad una storia fantastica.
“Di questa esperienza” racconta Matteo “ non posso dimenticare i complimenti ricevuti in occasione del Motor Bike Expo da Shinya Kimura , fondatore di Zero Engineering, che ha voluto donarmi un premio speciale realizzato con le sue mani.
Hazard Motorcycles si trova a Grumello del Monte (BG) in via C. Colombo 38.


Testo e foto: Corrado RdT

GALLERY MOTORCYCLES – DEEVA

Gallery Motorcycles
DEEVA

L’accessoristica della “Deeva” è un concentrato di alta artigianalità con l’A maiuscola, nell’ordine: l’originale serbatoio dell’olio è realizzato da Rebuffini su precise specifiche di Gallery Motorcyles. Sempre Rebuffini si è occupato dei comandi a pedale e della pompa idraulica della frizione, mentre quelli a manubrio sono di Kustom Tech, serbatoio benzina hand made by Gallery così come la sella realizzata con pelle proveniente da un’auto storica e così pure il fender posteriore.

DEEVA by GALLERY MOTORCYCLES


Presentata al Motor Bike Expo ha riscosso un coro unanime di consensi, “Deeva”, è il nuovo progetto di Gallery Motorcycles realizzato per un suo storico cliente che è anche il front man del gruppo musicale da cui ne prende il nome Deeva appunto, tribute band dei Modà.
La moto prende spunto dalla “Legend” con cui l’officina bresciana si aggiudicò il Campionato Italiano Costruttori Custom Kick 2017 a Rombo di Tuono, ma differisce in maniera sostanziale, anche se il motore utilizzato è lo stesso. E’ appunto partendo dal motore che viene disegnata tutta l’architettura e l’accessoristica della moto, con soluzioni che in alcuni casi rasentano la perfezione tecnica. Si tratta di un motore Harley-Davidson dell’era arcaica che risale al 1920, modello HD JD da 1.000 c.c. scovato da un restauratore in Germania, in realtà in partenza i motori erano due e tramite un’attenta e meticolosa operazione di chirurgia meccanica alla fine ne resta uno solo, revisionato e perfettamente funzionante. Il collettore di aspirazione è doppio e sui carburatori H-D dell’epoca si è proceduto ad un’attenta opera di restauro e messa a punto. Anche il cambio necessità di un’attenta opera di ricerca, Gallery ne trova uno sempre H-D del 1926 a tre marce cui viene affiancata una primaria realizzata da Gallery e una trasmissione a catena.

Fatto 30 facciamo anche 31, come recita il detto popolare, si passa alla realizzazione del telaio hand made che viene tagliato al laser, un discorso particolare merita la forcella anteriore che differisce in maniera sostanziale da quella della “Legend” che aveva l’ammortizzatore all’interno della girder, su “Deeva” è centrale avanzando il canotto di sterzo per creare una soluzione diversa.
La parte ciclista è composta da ruote da 18” mentre i cerchi molto particolari sono realizzati da Jonich che si è occupato anche del sistema frenante a tamburo. Per le coperture con disegno dell’epoca ci si affidati a quelle della Firestone che si sposano perfettamente con il progetto.

L’accessoristica della “Deeva” è un concentrato di alta artigianalità con l’A maiuscola, nell’ordine: l’originale serbatoio dell’olio è realizzato da Rebuffini su precise specifiche di Gallery Motorcyles. Sempre Rebuffini si è occupato dei comandi a pedale e della pompa idraulica della frizione, mentre quelli a manubrio sono di Kustom Tech, serbatoio benzina hand made by Gallery così come la sella realizzata con pelle proveniente da un’auto storica e così pure il fender posteriore.
Per la verniciatura si è optato per un profondo Ottanio affidandosi alle mani esperte di Spray Art Design, che l’ha impreziosito con dei contorni dorati evidenziando le saldature dove le tubazioni del telaio si raccordano.
Lo skull alato è stato realizzato in ottone da un artigiano in Indonesia, dove Mirko Perugini boss di Gallery Motorcycles ha partecipato in veste di giudice per il Suryanation MotorLand.
Gallery Motorcycles ancora una volta dimostra una duttilità e tecnica sopraffina passando con disinvoltura da un progetto high tech a realizzazioni free style più radicali ed estreme, la perfezione dei dettagli e la cura dei particolari collocano l’officina bresciana sicuramente nella top ten delle officine Italiane specializzate del settore. I risultati dei contest dove “Deeva” ha partecipato sono stati ottimi, grande l’ammirazione sia tra gli adetti ai lavori, sia tra gli appassionati della customizzazione per quella che può essere tranquillamente equiparata a una scultura moderna su due ruote.


Foto e testo. Corrado RdT

Bertolini Motorcycles – MISS PIGGY

Bertolini Motorcycles
MISS PIGGY

Molto gradevole, dalla linea snella e pulita, Miss Piggy è la dimostrazione che per fare una bella “special” non serve ricorrere a effetti speciali e budget stellari, in particolar modo se la moto si vuole utilizzare su strada in tutte le situazioni, cosa che avviene regolarmente per tutti i clienti che apprezzano e fanno di Bertolini Motorcycles un valido punto di riferimento per l’assistenza e la customizzazioni dei loro mezzi a due ruote.

BERTOLINI MOTORCYCLES (MISS PIGGY)

A detta di molti una delle “special” che ha suscitato un notevole interesse e ammirazione nel Campionato Italiano Costruttori Custom KICK a ROMBO DI TUONO della passata edizione, sia da parte della critica, sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, è stata senza dubbio quella dell’officina Bresciana BERTOLINI MOTORCYCLES – Miss PIGGY- il Night Train del ‘99 che nella categoria H-D Modified ha conquistato la piazza d’onore sul podio.

La realizzazione di questa “special” ha impegnato l’officina per due mesi. Gli interventi sul motore riguardano l’adozione di pistoni Wiseco ad alta compressione, cammes Andrews, la sete del Big Twin 88B è stata placata da un bel Mikuni e l’aspirazione affidata al classico filtro Kuryakin.
Sulla trasmissione cambio e frizione sono rimasti stock, mentre si è adottata una primaria scoperta della BDL da cinque pollici con finale a cinghia.
Sul forcellone posteriore, modificato, è stato montato un kit di abbassamento realizzato da Bertolini, il telaio non ha subito grosse modifiche, questo per salvaguardarne la fruibilità nell’utilizzo quotidiano, infatti, una delle prerogative principali del boss di Bertolini Motorcycles ,Giampierto , è che la moto una volta scesa dalla pedana dei bike show, resti un mezzo affidabile con cui fare molta strada.

Sulla parte anteriore è stato fatto un grande lavoro che ha interessato gli steli e le piastre, oltre che un nuovo gruppo ottico , da cui deriva il nome della moto – Miss Piggy – tutta farina del sacco di Bertolini, così come il bel cerchio da 21” dai raggi fat che si affida a dischi RSD e pinze PM.
Il manubrio, home made anch’esso, è impreziosito da comandi e relative pompe idrauliche by Rebuffini Cycles, presenti anche su quelli a pedale, in particolare sorprende la pulizia dello stesso, sia per quanto riguarda il cablaggio dell’impianto elettrico, sia per la parte idraulica del comando freno e frizione, completamente invisibili.
Il cerchio posteriore è da 16 pollici anch’esso equipaggiato con disco RSD e pinza PM.

Tutta la carrozzeria ad eccezione del serbatoio dell’olio rimasto stock è a firma Bertolini Motorcycles, dal puntale al bellissimo serbatoio benzina che sfiora le teste dei cilindri nella parte superiore, al parafango posteriore che al momento manca ancora di fanale e, come già detto, il faro anteriore dalla forma alquanto bizzarra e originale. Anche la sella è opera dell’officina di Quinzano d’Oglio, così come lo sono gli scarichi interamente home made.

Per la verniciatura ci si è affidati al grande maestro G.Franco Filippini di Kustom Drink Paint che ha impreziosito questa “special” con un Purple Candy molto riuscito e di sicuro effetto.

Molto gradevole, dalla linea snella e pulita, Miss Piggy è la dimostrazione che per fare una bella “special” non serve ricorrere a effetti speciali e budget stellari, in particolar modo se la moto si vuole utilizzare su strada in tutte le situazioni, cosa che avviene regolarmente per tutti i clienti che apprezzano e fanno di Bertolini Motorcycles un valido punto di riferimento per l’assistenza e la customizzazioni dei loro mezzi a due ruote.

Anche Bertolini Motorcycles sarà uno dei grandi protagonisti del prossimo Rombo di Tuono 2019 e lo potete trovare a Quinzano d’Oglio ( BS) in via Mazzini n° 24 .

Testo e foto: Corrado RdT.

ABNORMAL CYCLES – OCEAN BLU

ABNORMAL CYCLES
OCEAN BLU

Presentata a Verona al MBE la moto ha riscosso molto successo ed è reduce in questo periodo dalla trasferta a Sturgis , richiesta dal famoso fotografo Michael Lichter per la sua annuale mostra delle più interessanti realizzazioni che si solge in occasione del mitico raduno Americano.

“OCEAN BLUE” by ABNORMAL CYCLES
Varcare la soglia dell’officina “Abnormal Cycles” equivale come per un bambino di sette anni quello di trovarsi catapultato nel magico mondo del “Signore degli Anelli” in compagnia degli Hobbit nel regno di Gondor.
Conosco Samuele Reali da una quindicina di anni, la sua storia professionale è appassionante e ha dell’incredibile, non è stata sempre rose e fiori, specie i primi anni di attività sono stati molto duri e ci è voluta molta determinazione e coraggio per non mollare.
La storia di questa moto parte da una gita a Mannehim in occasione del “Veterama”, uno tra i più importanti mercatini di pezzi usati, dove Samu s’imbatte nel motore NSU, restando affascinato dall’albero a camme in testa – particolarità per le moto da corsa degli anni trenta – e per la coppia conica a vista. Meccanica difficile, sconosciuta al preparatore di Bernareggio, il monoblocco resta in un angolo dell’officina per diversi anni, finché un giorno decide che è arrivato il momento di dargli nuova vita.
In un primo momento si pensa di realizzare una special da corsa con carenatura, ma chi conosce Abnormal Cycles sa tutto lo studio che ruota attorno a un nuovo progetto per non cadere nella banalità, a maggior ragione questo, che utilizza un motore inedito, acqua fresca per Samuele e come tale ci si butta anima e corpo in una ricerca studiando in rete e negli archivi a disposizione.
Nel 1930 in America il filone board tracking stava esaurendosi a seguito della grande depressione, moto di concezione estremamente spartane: un motore bicilindrico da 1000 cc , freni inesistenti, ruote strette e telaio minimale con una seduta da bici. Il resto era affidato al coraggio dei piloti che rendevano spettacolari queste competizioni.

Al contrario in quegli anni in Inghilterra nasce il Grass Track, gare su circuiti ovali in erba con moto molto simili, questa filosofia presto approda anche in America dove il Board Track è in declino e dando vita al Dirt Track, meglio noto da noi come Speedway. Le prime moto a gareggiarvi furono la Crocker e le Harley-Davidson C.A.C.
Dopo una full immersion nei trattati dell’epoca il nostro Samu ormai c’è dentro con tutte le scarpe come si suol dire, la scintilla è scattata il nuovo progetto sarà una moto da Speedway attorno al grosso monocilindrico acquistato a Mannehim. Si parte realizzando la dima per costruire il telaio, completamente in acciaio molibdeno che a parità di diametro rispetto a uno convenzionale, può utilizzare uno spessore dei tubi inferiore abbattendone drasticamente il suo peso. Il telaio in questo modo peserà solo otto chilogrammi mentre tutta la moto arriva a stento ai novantasei.
Lo stesso materiale è utilizzato anche per la particolare forcella che prende spunto dalle Crocker dell’epoca, si tratta di una forcella semi ammortizzata che ha un’escursione di 3 cm. assolvendo in maniera egregia alla sua funzione. Sulla ciclistica troviamo dei cerchi Jonich con delle gomme tassellate da 23 e 19”.

Abnormal realizza in casa tutto, dal parafango posteriore, al serbatoio della benzina al contenitore in metallo del filtro aria che da respiro a un carburatore Amal dell’epoca, la cui particolarità o croce è che deve essere regolato alla perfezione se si vuol accendere il motore. Sempre hand made la realizzazione dei supporti in alluminio del cambio. Tutta l’accessoristica è scovata nei vari mercatini di pezzi usati, mentre il manubrio a balestra è un marchio di fabbrica di Abnormal Cycles.
Le sorprese non finiscono, il motore, venduto per perfetto, tanto perfetto non era, una volta aperto si costata che bisogna metterci mano in maniera decisa e ci si affida a Simone di Rat Bike, uno tra i migliori specialisti del genere, che prende sotto la sua ala protettrice Samuele e lo guida nel restauro e messa a nuovo del grosso monocilindrico, che viene messo a punto su un banco prova “fatto in casa” che permette un collaudo alla perfezione prime di essere montato sul telaio.
Sella realizzata da Wild Hog su disegno di Abnormal mentre per la verniciatura e la filettura a mano libera se n’è occupata Arianna Crippa di Lake Design, un Blue Oceano pastello da cui prende il nome la moto.
Presentata a Verona al MBE la moto ha riscosso molto successo ed è reduce in questo periodo dalla trasferta a Sturgis , richiesta dal famoso fotografo Michael Lichter per la sua annuale mostra delle più interessanti realizzazioni che si solge in occasione del mitico raduno Americano.


Testo e foto: Corrado RdT

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